La vita è prepotente […]; ci passa sopra senza mai preoccuparsi di chiedere il permesso.
Su un’isoletta in Cile sorge un albergo, destinato da Elena all’accoglienza di donne che accusano troppo il peso della vita. E dell’amore, la cui invadenza può far sentire, talvolta, sopraffatti.
Floreana giunge all’albergo, dove come tutte rimarrà per tre mesi, in una condizione che potremmo definire di appiattimento generale. Reduce anche lei da una relazione fallimentare, o più che altro da una vita vissuta all’insegna del contenimento emotivo, Floreana avrà la fortuna di condividere se stessa e i propri pesi con le altre ospiti dell’albergo e con un paio di interessanti elementi esterni. Quando ripartirà, scoprirà di essere un po’ più se stessa e, allo stesso tempo, un’altra.
Le vicende si dipanano su un fondale che, anche se solo descritto, sembra dipinto. Il clima dell’isola è come se supportasse i sentimenti che la popolano: la pioggia, presenza costante, a volte aggrava il peso della tristezza e il senso di solitudine, a volte diventa elemento consolatore.
Si tratta di un romanzo percorso dal filo dell’introspezione: tutti i personaggi si confrontano tra loro, e da questo confronto scaturisce una sensazione di calore, come se nessuno fosse più solo.
«E se nessuno ci invita a ballare?» si preoccupa Angelita.
«Balleremo tra di noi, questo è il meno» la sicurezza di Toña pervade la stanza.
La cosa particolare, e forse ciò che maggiormente distingue la fiction dalla realtà, è che tutti sembrano molto consapevoli dei propri limiti, delle proprie maschere, delle proprie difficoltà a essere veramente ciò che vorrebbero. Del ruolo della paura, elemento spesso determinante nel decidere di fuggire o di restare immobili. Del fatto che si tenda a ripercorrere sempre gli stessi sentieri, emotivi e mentali. Di quanto sia arduo vivere i sentimenti senza incappare nei cliché e nelle consuetudini del passato, ma senza nemmeno esagerare con la modernità, che sembra aver generato un’eccessiva distanza tra i due sessi.
L’amore e i rapporti di coppia sono sicuramente l’argomento di discussione e di azione principale; la necessità di comprenderne e interpretarne correttamente i ruoli emerge prepotentemente, ed è rappresentata dal rapporto tra Floreana e Flavián.
Non è che si riconosca debole a priori, ma si sente fiaccata da una relazione in cui non le è riconosciuto alcun ruolo.
L’albergo è per le donne e popolato da donne, ma, alla fin fine, sembra che tutte le dinamiche emotive che lo percorrono come elettricità siano inevitabilmente legate al maschile. Forse nella consapevolezza che, se i due sessi comunicassero e si confrontassero (verbalmente e non) nel modo corretto, si raggiungerebbe una forma di completezza altrimenti inavvicinabile.
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